Tra un mese esatto, a quest'ora, sarò in Italia.
Non so se esserne felice o triste.
So però che piangerò nel salutarli, i miei cari studenti. E i professori che mi hanno accolta a braccia aperte.
Che mi mancheranno, perché sono stati importanti, perché mi hanno insegnato molte cose, mi hanno regalato tanti sorrisi, momenti intensi, ricordi. Che mi mancheranno perché mi sono affezionata a loro.
Vorrei far qualcosa per ringraziarli. Mille idee, troppo poco tempo, la documentazione per la tesi da completare, la burocrazia per chiudere il conto/disabilitare la scheda/concludere il contratto...
Arrivando qui ero piena di dubbi, chiedendomi cosa ci venissi a fare in un liceo, io che non ho mai pensato all'insegnamento come mestiere. Pensavo che non sarei riuscita ad insegnare niente, perché non ho la vocazione, la pazienza, la generosità necessarie per insegnare.
Devo ricredermi. Non sulle mie capacità, ma sull'esperienza in sé.
Ero convinta che ciò che mi sarebbe mancato di più sarebbe stato il ritmo di vita, frenetico, intenso, colto.
Poi la città, il beltempo quasi perenne, le temperature miti, le biblioteche, gli amici.
...E invece ciò che mi mancherà di più sarà il liceo, le persone che vi ho conosciuto, le esperienze di vita che ho potuto sperimentarvi, l'ambiente chiassoso,impregnato di cultura. I miei fratellini, le mie sorelline, e coloro che hanno un posto ancor più speciale nei miei affetti.
Senza dimenticare le pesti, le due volpi gemelle addomesticate e quell'antipatica megera che cospira sempre alle spalle altrui. No, questi ultimi non mi mancheranno intensamente, ma saranno comunque ricordi che contemplerò con nostalgia.
So che quest'esperienza è un regalo, e ne sono grata. Rimpiango solo che sia stato così breve, perché avrei voluto accompagnarli almeno un altro poco, almeno fino alla fine dell'anno scolastico. E imparare a conoscerli di più, anche se ciò avrebbe reso l'arrivederci più difficile.
Ha ragione Venditti, quando dice che fantastica storia è la vita...
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